Vulvodinia: i benefici della terapia psicologica

La vulvodinia viene descritta da chi ne soffre come una sensazione di dolore cronico che interessa la regione vulvare. Diversi i livelli di intensità percepiti: alcune donne lamentano un fastidio persistente; altre un dolore acuto e pungente; altre ancora accusano una sensazione di bruciore nella zona pelvica.

Tale disturbo, non sempre facile da diagnosticare, colpisce circa il 15% delle donne di ogni fascia di età e, a causa del suo effetto spesso devastante, può interferire non solo sulla sfera fisica e sessuale ma anche avere forti ripercussioni a livello psicologico e relazionale.

Sintomi psicologici della vulvodinia 

I sintomi psicologici associati con maggior frequenza alla vulvodinia sono:

– ansia e attacchi di panico

– forte tristezza, esplosioni di rabbia e senso di frustrazione

– depressione

sintomi psicosomatici (cefalee, disturbi intestinali etc.)

disturbi alimentari 

– disturbo post traumatico da stress (PTSD)

– problemi relazionali

Le difficoltà psicologiche derivanti dalla vulvodinia interessano qualunque fascia d’età. Adolescenti e giovani adulte, sentendosi diverse o sbagliate, corrono il rischio di arrivare a nascondere i propri sintomi allontanandosi, così, dalla possibilità di accedere a una diagnosi e a un percorso di cura.

Le donne adulte affette da vulvodinia, invece, possono incorrere in sensazioni di inadeguatezza e incomprensioni all’interno delle relazioni.

Durante la menopausa, un periodo già di per sé difficile dal punto di vista fisico e psicologico, la vulvodinia aumenta il rischio di depressione.

Infine, a causa della difficoltà o dell’impossibilità nell’avere rapporti sessuali completi, questo disturbo può provocare una forte sensazione di impotenza, discontrollo del corpo e disvalore.

Psicoterapia per la vulvodinia 

Oltre che trattare la vulvodinia con appositi farmaci che il ginecologo provvederà a prescrivere, si rivela particolarmente efficace intraprendere un percorso di psicoterapia. Con l’aiuto di uno specialista, infatti, le pazienti potranno:

– gestire tutti gli aspetti psicologici legati alla malattia (ansia, emozioni negative, senso di inadeguatezza, etc.) che possono anche ostacolare l’adesione alle cure mediche

– imparare a gestire e alleviare il dolore attraverso tecniche di rilassamento quali training autogeno e autoipnosi

– ripercorrere la storia della patologia ed elaborare eventuali difficoltà psicosessuali pregresse

– aiutare la coppia a esplorare eventuali difficoltà legate al tema della sessualità.

Dott.ssa Agata D’Ercole

Psicologa – Psicoterapeuta

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