Il training autogeno è un metodo di “autodistensione da concentrazione psichica” che, attraverso il rilassamento corporeo, consente di raggiungere numerosi benefici psicofisici.

Il metodo fu ideato dallo studioso berlinese J. H. Schultz negli anni ’20 e, a tutt’oggi, rimane uno dei capisaldi delle tecniche psicocorporee nonché un importante e utilissimo alleato per affrontare numerose situazioni di stress e tensione emotiva.

Il training autogeno, infatti, si rivela utilissimo in caso di ansia, insonnia, stress e disturbi psicosomatici (per esempio gastriti, coliti, emicranie e molto altro) poiché permette di entrare in contatto con il proprio sé corporeo attraverso il controllo della respirazione e la regolazione del battito cardiaco.

Non a caso questa particolare tecnica di rilassamento viene spesso utilizzata dagli atleti per ottenere una predisposizione ottimale alla performance sportiva e per ridurre gli stati di tensione.

Perfetto per migliorare gli stati di concentrazione mentale, il training autogeno si rivela particolarmente utile anche per gli studenti, gli attori e gli artisti in generale che, sempre più di frequente, si mostrano interessati all’apprendimento di questo metodo.

Come funziona il training autogeno?

Il training autogeno si basa sul concetto di ideoplasia, termine che indica il fenomeno per cui è possibile indurre reali stati di calma, pesantezza, calore attraverso la rappresentazione mentale. Dunque, grazie al pensiero, all’immaginazione e alla ripetizione di esercizi specifici, è possibile influenzare alcuni meccanismi del sistema nervoso autonomo.

L’apprendimento di questo metodo si basa su regole precise e sull’allenamento costante, proprio come indicato dal nome. Training infatti significa allenamento mentre con il termine autogeno si indica un processo che viene da sé.

Tale pratica, inizialmente, dovrà essere appresa ed esercitata sotto la guida di uno psicologo esperto, solo successivamente sarà possibile svolgere il training autogeno da soli. Con il tempo e con un buon allenamento si otterranno risultati sempre più gratificanti e potrà verificarsi un fenomeno conosciuto con il nome di “generalizzazione” che, in breve tempo, permette di estendere a tutto il corpo uno stato di pesantezza a partire da un singolo arto (o altra zona specifica).

Training autogeno: in cosa consistono gli esercizi?

Il training autogeno può essere svolto in tre principali posizioni: supino, seduto e nella posizione del cocchiere. Il vantaggio è che si può praticare ovunque, dal letto alla macchina, e a ridosso di qualunque situazione di tensione emotiva, come nel caso di un colloquio di lavoro o sulla poltrona del dentista!

Il metodo si basa sull’apprendimento di 6 esercizi da eseguire solo una volta raggiunto uno stato di calma. Ognuno di questi è rivolto a specifici apparati del nostro corpo:

  • esercizio della pesantezza
  • esercizio del calore
  • esercizio del cuore
  • esercizio del respiro
  • esercizio del plesso solare
  • esercizio della fronte fresca

Sarà sorprendente scoprire come la nostra mente riesca a produrre reali benefici sul nostro corpo!

Dott.ssa Agata D’Ercole

Psicologa  – Psicoterapeuta