Sono fatta così
L’8 marzo, per ognuna di noi, può essere un momento in cui fermarci a riflettere, un’occasione di bilancio per raccontarci dove siamo arrivate e cosa di noi ha contribuito a farci diventare grandi e a dirci: “Sono fatta così”. Se ritorniamo ai nostri 14 anni, al periodo in cui abbiamo scoperto di avere un corpo, che nel tempo abbiamo sentito diventare sempre più nostro, ripercorriamo le amicizie forti, le liti a casa e dentro il nostro cuore quando ci sentivamo poco capite, vediamo con gli occhi di oggi che anche noi, a volte, ci capivamo molto poco.
Poi è arrivato l’impegno, la separazione da casa, i ragazzi buoni e cattivi e tutto, ma proprio tutto, è servito per farci arrivare ad essere donne, e a non lasciarci troppo prendere alla sprovvista dagli eventi negativi della vita, trovando una nostra forza per reagire. Da allora un percorso è stato fatto, che potrei sintetizzare così per tante di noi: “Ho curato lo studio, ho cercato di ottenere un buon lavoro e puntato ad un riconoscimento professionale. Sono stata insieme sorella, madre, figlia per i genitori, i miei bambini, il mio compagno ed anche con le amicizie.” Ma in fondo, so che ciò che ognuna di noi cerca da sempre, è realizzarsi nell’amore, essere amata e amare. Il ruolo dei sentimenti, ricercare legami importanti, declinati fuori e dentro la famiglia, è una spinta alla crescita di ogni essere umano, ma in particolare lo è di più per noi donne.
Ma perché avviene?
Al di là degli stereotipi e dei luoghi comuni sulle caratteristiche femminili, ciò che ho riscontrato è che per tante di noi mettere al centro il bisogno di essere almeno in “due” nella propria vita adulta, ancora prima della sicurezza economica o della stabilità emotiva, è indispensabile per sentirsi vive, vere e non alla finestra della propria esistenza. È proprio nel darsi all’altro, nell’incontro intimo di chi amiamo che avviene la migliore conoscenza di sé, ed è proprio questa l’esperienza fondamentale che consente ad ogni donna, a ognuna di noi di potersi voler bene fino in fondo.
Articolo a cura di:
Dott.ssa Alessandra Marazzani Visconti
Psicologa Psicoterapeuta