Personalità narcisista: possibili cause e conseguenze nelle relazioni
Il mito di Narciso, a differenza di quanto solitamente si pensi, non narra di un ragazzo che si innamora di se stesso riflesso nello stagno. Narciso in realtà crede di vedere nello stagno un altro giovanotto. È sopraffatto dall’idea di avere trovato un amore ideale, ma si tratta invece del proprio riflesso. Il mito narra, quindi, di un malinteso e infatti quando si relazionano con l’altro, i narcisisti non capiscono che quella che vedono è solo una versione idealizzata di loro stessi.
Perciò, diversamente da quanto si ritiene e da svariati luoghi comuni, la caratteristica principale della personalità narcisista non è l’egoismo o l’egocentrismo, ma l’incapacità di riuscire a vedere realmente gli altri. È come se questi soggetti si muovessero in un mondo fatto di specchi, costantemente preoccupati dell’immagine di sé che questi riflettono.
Le persone con cui entrano in relazione servono ai narcisisti per rispecchiarsi, fornendo una conferma o una rassicurazione di quanto siano desiderabili, ammirabili, validi, meritevoli di approvazione e lode. Inoltre, sono spaventati dall’idea di intravedere qualcosa di loro stessi che possa ferirli o che non li possa includere nella cerchia degli eletti a cui tutti guardano con invidia e riconoscenza.
Disturbo narcisistico di personalità: possibili cause
L’origine del disturbo narcisistico di personalità è solitamente da ricercarsi nella relazione con i genitori. È possibile che questi ultimi non abbiano saputo riconoscere e regolare le emozioni del proprio figlio, mancando completante di empatia nei suoi confronti.
Il bambino viene quindi lasciato solo a gestire emozioni anche molto forti e, di conseguenza, non essendoci qualcuno pronto ad ascoltarlo è costretto all’autosufficienza. In questo modo anche da adulto si aspetterà di non poter contare sull’aiuto e sull’amore di nessuno, rifugiandosi in se stesso e assumendo un atteggiamento di distacco.
Come individuiamo un narcisista?
Nella psicologia clinica si individuano due tipologie di personalità narcisista: da una parte quella grandiosa e dall’altro quella vulnerabile (ipervigile).
L’individuo vulnerabile è come se avesse una pelle sottile, avverte continuamente nelle parole altrui un motivo di offesa o di giudizio negativo. Questi soggetti, se vengono feriti, possono avere delle esplosioni emotive molto forti. Al contrario, i soggetti grandiosi sono inconsapevoli, indifferenti a cosa dicono gli altri che sono considerati essenzialmente come un pubblico da cui ricevere ammirazione.
Nonostante questa distinzione, è difficile fare rientrare i narcisisti in categorie rigide, c’è molta fluidità tra le due e, spesso, vulnerabilità e grandiosità possono coesistere o alternarsi.
Incontriamo Narcisi che non perdono occasione per mettersi in mostra e altri che invece tendono a mimetizzarsi e sparire. Inoltre, dobbiamo superare alcuni cliché sul narcisista, come quello, per esempio, che si tratti di un inguaribile egoista. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, non è sempre vero che i narcisisti sono non si spendono per gli altri (si pensi ad alcune categorie professionali). Tutt’altro, la personalità narcisista può essere molto orientata all’altruismo, per i vantaggi secondari che ne derivano in termini di immagine di sé. Infatti, ciò che davvero caratterizza il soggetto narcisista è la sua costante preoccupazione per la sua immagine e, così, anche tutto quello che riflette, deve risultare perfetto (casa, vestiti, lavoro ecc.)
Questo meccanismo è applicato anche alle persone a lui vicine come figli o partner nei confronti delle quali è molto critico, poiché vive con la costante preoccupazione di non fare bella figura.
Il narcisista e le relazioni
Nelle relazioni, di qualsiasi natura, se l’altro si mette a fare “l’altro”, cioè si manifesta in base alle proprie credenze, valori, idiosincrasie si scatena inevitabilmente un conflitto. A questo punto, il narcisista ha due possibili reazioni per non crollare: arrabbiarsi in modo egoistico (“ti odio perché non sei come dico io!”), oppure, come succede in molte relazioni sentimentali tossiche, svalutando il partner, accusandolo o addirittura insultandolo, con lo scopo di neutralizzarlo o annientarlo, evitando così di mettere in discussione la sua onnipotenza.
L’aspetto peculiare del narcisista riguarda la capacità di amare. In una relazione di natura romantica prevale il bisogno di suscitare ammirazione e validazione.
Il Narciso possiede una grande capacità seduttiva e manipolatoria, ma è facile che perda interesse nel breve periodo e ciò fa si che l’altro si senta rifiutato, abbandonato e frustrato. Spesso è proprio l’altro a sentirsi non abbastanza. Si crea, così, una dinamica perversa in cui il partner si sente sbagliato e per questo tenderà ad assecondare il narciso, provando però una enorme sofferenza e disperazione. Anche perché la persona narcisista tende a negare o inibire l’autonomia del partner per tenere una sorta di controllo, in una dinamica di dominio tutto psicologico. La difficoltà a capire o provare interesse per l’esperienza interiore degli altri lo chiude in una bolla che autoalimenta con la tendenza a negare la realtà e, infatti, difficilmente sono persone capaci di mettersi in discussione.
Una delle difficoltà maggiori sta nel mantenere nel tempo una relazione: spesso le sue storie iniziano con una intensa infatuazione seguita da una inevitabile rottura quando il partner inizia a fargli notare i problemi con il relativo seguito di critiche e delusioni. Dato che il narcisista non riesce a vedere gli altri, se non come specchi che riflettono la propria immagine, quando l’altro inizia a manifestare i suoi bisogni e le proprie istanze l’idealizzazione crolla e la colpa viene addossata al partner, non in grado di adeguarsi all’ ideale immaginato.
Nel mito, Narciso sfugge il mondo e l’amore preferendo passeggiare da solo nella foresta sul suo cavallo o andando a caccia di animali selvatici e cervi (che simboleggiano le donne prede di cui si nutre e sollazza e che vengono illuse). La bellissima Ninfa Eco lo incontra sulle montagne e se ne innamora perdutamente, tanto che, nonostante la superbia e noncuranza di Narciso, decide di “seguirlo” ovunque vada, accontentandosi di guardarlo da lontano. L’amore e il dolore la consumarono letteralmente, fin quasi a svanire. (Ne rimase solo una voce fioca e lontana, che risponde ai viandanti…).
Come sappiamo i miti e le leggende raccontano fenomeni umani e verità profonde. Quanto spesso chi si innamora di una persona narcisista si adegua, si annulla, si perde fino quasi a svanire? E quanto soffre per non essere vista davvero, ma solo usata per rimandare all’amato la sua esistenza? Narciso in fondo ha bisogno di Eco, della persona che lo ama perdutamente e che lo riflette, per sentire di esistere e non entrare in contatto con il vuoto profondo che lo abita e le proprie angosce di solitudine e morte.
Il mito narra, poi, di una terza figura femminile che Narciso incontra, la dea Nemesi, portatrice dello specchio che per un attimo lo costringe a osservare la sua bruttezza. Nella metafora è quella persona disposta a rispecchiarlo per provare a determinare un cambiamento, mostrandogli la sua verità. (come ad esempio un terapeuta).
Il più delle volte, i narcisisti non hanno coscienza del loro stato per cui intraprendono un percorso di psicoterapia solo nel caso in cui sviluppino stati depressivi o di ansia di cui ignorano le cause e che non sono più in grado di sostenere. L’origine del loro malessere è da ricercarsi nella percezione di una profonda discrepanza tra le aspettative idealizzate e la realtà. Una condizione che provoca un senso di disperazione, spesso avvalorato dall’esclusione di contatti sociali per evitare di esporsi a giudizi negativi sulla propria sofferenza.
Dott.ssa Maria Francesca Basoni
Psicologa – Psicoterapeuta