Malattia e cambiamenti nel quotidiano del bambino
Spesso, in situazioni che comportano un cambiamento, piccolo o grande che sia, come le partenze, l’inizio della scuola o della materna, l’arrivo di un fratellino, la morte dei nonni, di una figura cara o anche un trasloco, è possibile che i bambini presentino dei sintomi che si manifestano proprio in concomitanza di queste occasioni particolari.
Ed è proprio l’infanzia il periodo in cui si è più fragili e dove avvengono continui cambiamenti non sempre facili da gestire per i bambini. Uno dei modi in cui i piccoli possono manifestare difficoltà verso il “nuovo” o “l’inaspettato“ è tramite il disagio del corpo, che è la più grande certezza di esistere che abbiamo! I disturbi psicosomatici che possono manifestarsi in questi casi colpiscono molto spesso i bambini ed è un modo per raccontare che qualcosa non va. La malattia esiste per davvero, ma le cause sono di tipo profondo.
Sintomi di malessere da separazione
Solitamente, l’entrata alla scuola materna rappresenta uno dei primi grandi cambiamenti per i bambini e per i genitori. Capita di ascoltare storie di bambini che si sono ammalati proprio in prossimità di questo evento: attacchi d’asma, mal di pancia, problemi di pelle, di sonno…
Inoltre, iniziare o riprendere la scuola implica, inevitabilmente, una separazione dai genitori, dalla casa e da ciò che è familiare. Tante possono essere le ragioni: può nascere il timore di conoscere un nuovo gruppo di pari, di non piacere alla maestra, di non essere all’altezza delle nuove richieste del mondo dei “grandi”. Il pensiero dei bambini può anche andare verso casa: possono domandarsi cosa faranno mamma e papà senza di lui, se lo penseranno, se mancherà alla sua famiglia. Immaginare la mente di un bambino con tutti questi pensieri fa capire quanto la psiche, durante l’inizio della scuola, possa essere occupata ed affaticata.
Evitare la separazione non è una soluzione
Molto spesso, i genitori, davanti alla sofferenza del proprio figlio nell’affrontare qualcosa di nuovo, cercano di tutelarlo (tenendolo a casa con i nonni/babysitter e non mandandolo alla materna ad esempio) non consentendogli in questo modo di fare nuove esperienze. È comprensibile che i genitori vogliano aiutare i loro figli proponendo soluzioni che possano evitargli di soffrire, ma con i bambini, non è sempre possibile risolvere i problemi come siamo abituati a fare sul lavoro e nel mondo degli adulti, in maniera rapida ed efficiente. Non sempre tutelarli e risolvere per loro li agevola nell’avere meno preoccupazioni. Altre volte i genitori stessi sono ansiosi per una loro storia personale ed inconsapevolmente possono fare del figlio l’oggetto della loro ansia. Tutto questo in maniera inconscia e non voluta da parte degli adulti. Ma attraverso questi comportamenti degli adulti passa il messaggio che il nuovo fa un po’ troppa paura e separarsi dal familiare non è davvero possibile.
Cosa fare allora?
È giusto, in momenti di difficoltà o di cambiamenti, poter chiedere aiuto ad uno specialista, perché non è facile separarsi né per la mamma, né per il bambino. Aiutando i propri figli, non solo medicalizzandoli, ma interessandosi al significato sottostante la malattia li possiamo crescere capaci di esplorare e cambiare senza che questo crei dolore in loro o nei genitori.
Dott.ssa
Francesca Cesina
Psicologa Psicoterapeuta