I conflitti come possibilità di crescita: impariamo ad accettarli e a gestirli

Quando pensiamo a un conflitto, solitamente lo associamo a qualcosa di spiacevole, come uno scontro violento e disruttivo. L’attuale periodo storico sta indubbiamente contribuendo ad avvalorarne l’accezione negativa, ma è bene sottolineare che in ambito psicologico il conflitto ricopre un ruolo chiave nel processo evolutivo. 

Parliamo in questo caso dei conflitti che riguardano il nostro quotidiano e che, anziché evitare, sarebbe utile imparare ad accettare e gestire. I conflitti contribuisco, infatti, all’individuazione e alla differenziazione di ciascuno di noi, ci consentono di affermare la nostra identità e di distinguerci dagli altri con consapevolezza. 

Psicologi e pedagogisti ritengono che per lo sviluppo del bambino sia fondamentale affrontare la gestione del conflitto. Pertanto sarebbe auspicabile che i bambini imparassero a confliggere e a risolvere i loro litigi in autonomia, senza l’intromissione degli adulti.

Non intervenire per risolvere i loro conflitti gli permette di esplorare nuove risorse e capacità e di trovare accordi soddisfacenti e creativi. Si tratta, dunque, di una vera e propria occasione di apprendimento relazionale. I bambini sanno bene che laddove c’è conflitto, c’è relazione e nella maggior parte dei casi riescono da soli a trovare la strada per risolvere le loro dinamiche conflittuali.

Cos’è il conflitto?

Come dicevamo, il conflitto viene spesso confuso con la violenza e con la rabbia, ma in realtà si tratta di esperienze molto diverse.

La rabbia è un’emozione, ha origine interiore e non necessariamente richiede una dimensione relazionale. Ha una funzione adattiva e deriva dall’istinto di sopravvivenza nell’ambiente.

La violenza è connessa con la distruttività, il suo scopo è creare un danno ad altro o ad altri. 

Il conflitto, invece, è parte integrante di ogni relazione ed esiste solo all’interno di essa.

La dimensione conflittuale non è distruttiva, ma al contrario, se ben gestita, può apportare miglioramenti all’interno delle relazioni, a livello di autostima e di capacità di problem solving.

Conflitto: falsi miti

Il conflitto può spaventare per vari motivi: esperienze negative, paura di essere giudicati o perché considerato non costruttivo. 

Chi teme il conflitto ha paura di compromettere o perdere la relazione e per tale motivo tende a sottacere e a non contraddire l’altro.

In realtà, è proprio quando non si riconosce e non si accetta la dimensione conflittuale che la relazione si può incrinare. Infatti, nel momento in cui elementi di contrasto e divergenza rimangono sopiti c’è il rischio che diventino delle vere e proprie bombe a orologeria.

Spesso si pensa anche che le buone relazioni non conoscano conflitti, ma è assolutamente falso poiché ogni “buona” relazione implica una evoluzione, richiede cambiamenti e adattamenti che, per esempio, possono passare dalla gestione di momenti di conflitto e di crisi.

Un altro mito da sfatare è che i conflitti si risolvano sempre con un vincente e un perdente. Questo non è sempre vero in quanto la risoluzione può implicare soluzioni terze, magari creative e ingegnose, che possano soddisfare tutti in egual misura. Tale possibilità arricchisce nettamente la relazione e costituisce uno storico a cui far riferimento in caso di ulteriori contrasti.

In conclusione, è necessario imparare a riconoscere l’importanza della presenza del conflitto nelle nostre vite, così come la capacità di gestirlo, avendo sempre in mente che si tratta di una possibilità di crescita e non di un’occasione per mostrare la propria supremazia sull’altro.

Dott.ssa Agata D’Ercole – Psicologa, Psicoterapeuta

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