Conflitto Russia Ucraina: come spiegare la guerra ai bambini
La notizia della guerra tra Russia e Ucraina ha fatto irruzione nelle nostre case in modo improvviso e, inevitabilmente, anche i più piccoli ne sono venuti a conoscenza. Diventa quindi importante (e necessario) affrontare il tema della guerra con i bambini, accogliendo eventuali domande e provando a rispondere sempre con sincerità.
Ma qual è la differenza tra questo conflitto e gli altri che, da anni, sono in atto in tutto il mondo? Fino a oggi la guerra è stata presente, ma lontana da noi, interessando Paesi molto diversi culturalmente e geograficamente dall’Italia. Adesso, invece, il conflitto si consuma in un territorio più simile al nostro. I palazzi bombardati nelle città ucraine assomigliano a quelli italiani e così le persone uccise per strada, le famiglie che scappano e tutte le altre atrocità, le avvertiamo più vicine.
Sicuramente, non è semplice spiegare ai bambini le motivazioni di una guerra di cui anche noi adulti stentiamo a trovare il senso. Chi è nato e cresciuto in un Paese democratico non concepisce che una controversia tra due stati possa degenerare in un conflitto violento come questo.
Quindi, come possiamo raccontare ai bambini cosa sta succedendo tra Russia e Ucraina?
- Facciamo domande
Chiediamo ai piccoli che cosa sanno di questa guerra e che cosa hanno recepito dalle immagini o dai discorsi ascoltati dagli adulti. Questo aiuterà a farli sentire presi sul serio e a non dare per scontato ciò che hanno capito veramente.
- Ogni bambino ha la sua età
Pensiamo con attenzione all’età del bambino a cui ci stiamo rivolgendo. Se ha tra i 4 e i 6 anni è utile spiegare con parole semplici che cosa significhi la guerra, dicendogli, per esempio, che riguarda persone che hanno smesso di parlarsi e che si stanno facendo del male anche fisicamente. Se invece si tratta di un preadolescente o di un adolescente, è importante soffermrsi sul perché la ragionevolezza e la democrazia sono in pericolo oppure su cosa si sta facendo per aiutare concretamente i civili.
- Prendiamoci il giusto tempo
Ritagliatevi del tempo per affrontare questo discorso con calma insieme ai vostri bambini. L’obiettivo principale è infondere loro sicurezza, quindi non preoccupatevi di dire tutto quello che sapete, nei dettagli.
- Rassicuriamoli
È fondamentale che il dialogo porti ad una rassicurazione che può avvenire esprimendo sentimenti di compassione, spiegando che a volte si sbaglia e si compiono azioni che, magari, in futuro potranno portare a ulteriori azioni meno negative. Così facendo eviterete la stigmatizzazione degli stati in guerra e quindi di mettere in evidenza il fatto che ci siano dei buoni da una parte e dei cattivi dall’altra.
- Mostriamoci sempre disponibili al dialogo
Chiudiamo il dialogo con i ragazzi offrendo loro la disponibilità a parlarne ancora poiché le domande, le paure, ma anche le buone notizie sono in continua evoluzione.
Sicuramente può risultare difficile, ma rassicurare i bambini dicendogli che la guerra non è in Italia e che la storia dell’umanità ci ha insegnato che dopo ogni guerra verrà una tregua e un lungo periodo di pace, è fondamentale per tranquillizzarli e fargli vivere con più serenità un periodo come questo.
Infondere fiducia e speranza, infatti, consente di proteggere chi sta crescendo, permette di avere meno paura nell’affrontare alcuni argomenti, accettando anche la presenza di timori e ansie.
Psicoterapeuta