L’ansia di per sé è un sintomo adattivo che ci permette di mettere in campo risorse importanti. Talvolta però il suo livello non è tollerabile e compromette la vita delle persone, insinuandosi attraverso pensieri sempre più invasivi di fallimento e di inadeguatezza. Gli attacchi di panico in particolare si manifestano in modo violento, senza preavviso e appaiono inspiegabili. Il primo passo è riconoscerli, dato che spesso i sintomi sono scambiati per un attacco cardiaco. Le persone che ne soffrono, infatti, sperimentano palpitazioni e tachicardia, sudorazione eccessiva, dolori al petto, sensazione di soffocamento e la soverchiante consapevolezza di un’imminente morte. Le sensazioni sperimentate sono così spiacevoli da rendere gli attacchi di panico invalidanti perché il terrore che si possano verificare, la “paura della paura” influisce negativamente anche sui momenti di benessere e portano la persona che ne soffre ad isolarsi.
L’attacco di panico è un segnale di un disagio emotivo più vasto, la punta dell’iceberg di uno stato d’ansia più generale le cui cause non appaiono facilmente comprensibili. Farmaci e terapie comportamentali possono aiutare a contrastare i sintomi e a tornare a vivere una vita normale, e successivamente con il lavoro psicoterapeutico è possibile trovare il significato più profondo e nascosto di questo sintomo per poi poter affrontare insieme le paure che stanno alla base della sofferenza attuale.
De Masi F., Psicodinamica degli attacchi di panico: un’utile integrazione tra psicoanalisi e neuroscienze, Insititute of Psychoanalysis, 2004;