Ansia del giudizio
Se spesso ti capita di evitare alcune situazioni per paura di essere giudicato, sappi che manifestare un grado di ansia moderato è del tutto fisiologico. L’ansia del giudizio, del rifiuto e della non accettazione, infatti, è comune a tutto il genere umano.
Ma quando l’ansia o la paura del giudizio condizionano la nostra quotidianità è probabile che insorgano stati patologici di una certa entità.
Prova a pensare a quelle volte in cui hai vissuto la minaccia di un possibile giudizio.
Se non fai fatica a rintracciare degli esempi connotati dal timore di essere oggetto di derisione, di essere osservato o valutato negativamente, probabilmente sai cosa si prova quando l’ansia da prestazione immobilizza, impattando sulla realizzazione dei tuoi obiettivi.
Provare un’intensa paura di sbagliare, di mostrarsi in evidente imbarazzo e non all’altezza del compito provoca un impatto negativo sull’autostima. In questo caso, l’ansia può diventare talmente intensa da sfociare in un attacco di panico (APA, 2000).
È altresì importate fare una distinzione tra due emozioni, ovvero, la paura e la vergogna, entrambe possibili candidate quando si affronta un giudizio. La paura è un’emozione primaria, innata, che abbiamo tutti come bagaglio personale quando veniamo al mondo. La vergogna è appresa e deriva dal sentirsi impossibilitati a esprimere il proprio modo di essere in maniera autentica. Come strategia riparativa si cerca di evitare le situazioni prestazionali o di fare tutto alla perfezione (che si rileva essere un’altra tipologia di evitamento). Strategie che a lungo andare risultano fallimentari perché a rimetterci è la persona stessa che, a causa della paura del giudizio, si vede costretta ad allontanarsi da occasioni che sarebbero potute risultare utili o addirittura piacevoli.
La riduzione dell’autostima è alimentata dal timore che la prestazione non vada a buon fine o anche da una valutazione negativa (del tutto soggettiva) dell’esito del proprio lavoro. Da qui la domanda: “E se a essere inadeguata fosse la valutazione di se stessi, come si potrebbe cambiare la propria aspettativa senza generare delle illusioni?”.
L’unico modo è diventare esperti di sé, scoprire i propri punti di forza e le proprie vulnerabilità. Intraprendere un percorso di conoscenza di se stessi, in un clima privo di giudizio e accettazione, permette di individuare e ascoltare quello che si prova e che si pensa, di dargli un nome e offre la possibilità di esternarlo in maniera efficace. Il fine ultimo è quello di poter trovare il proprio modo di stare nel mondo, aumentando così la propria autostima.